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Prigionieri di coscienza
Cuba - Il 17 febbraio 2008 sono stati rilasciati quattro prigionieri di coscienza adottati da Amnesty International: si tratta dei giornalisti Josè Ramon e Alejandro Gonzales, il sindacalista Pedro Alvarez e il dissidente Omar Pernet. I quattro stavano scontando lunghe pene detentive, emesse nel 2003 a seguito di un giro di vite contro attivisti, giornalisti e oppositori politici additati dalle autorità cubane come "mercenari al soldo degli Usa".
Diritti dei popoli nativi
Australia - Il 13 febbraio 2008 il nuovo primo ministro Kevin Rudd ha espresso le scuse formali da parte del governo australiano alla cosiddetta "Generazione rubata". Dal 1910 al 1970 le autorità perseguirono un programma ufficiale di separazione dei bambini delle comunità aborigene e dell'isola di Torres Strait. Molti bambini vennero sottoposti ad abusi sessuali, fisici e psicologici negli istituti nei quali vennero segregati. Per Amnesty International, le scuse ufficiali costituiscono il primo passo per porre fine alle sistematiche violazioni dei diritti umani che colpiscono le comunità native.
Cuba - Il 17 febbraio 2008 sono stati rilasciati quattro prigionieri di coscienza adottati da Amnesty International: si tratta dei giornalisti Josè Ramon e Alejandro Gonzales, il sindacalista Pedro Alvarez e il dissidente Omar Pernet. I quattro stavano scontando lunghe pene detentive, emesse nel 2003 a seguito di un giro di vite contro attivisti, giornalisti e oppositori politici additati dalle autorità cubane come "mercenari al soldo degli Usa".
Diritti dei popoli nativi
Australia - Il 13 febbraio 2008 il nuovo primo ministro Kevin Rudd ha espresso le scuse formali da parte del governo australiano alla cosiddetta "Generazione rubata". Dal 1910 al 1970 le autorità perseguirono un programma ufficiale di separazione dei bambini delle comunità aborigene e dell'isola di Torres Strait. Molti bambini vennero sottoposti ad abusi sessuali, fisici e psicologici negli istituti nei quali vennero segregati. Per Amnesty International, le scuse ufficiali costituiscono il primo passo per porre fine alle sistematiche violazioni dei diritti umani che colpiscono le comunità native.
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